Nikko e il tifone

Nikko è un posto meraviglioso. Almeno per quello che siamo riusciti a vedere oltre gli scrosci incessanti di pioggia.

Il viaggio

Da Tokyo, Nikko dista quasi 3 ore, si va verso nord ovest, verso le montagne dell’interno. Prima ci siamo spostati con uno shinkansen e poi con un trenino regionale. Sul trenino la nuvoletta di grigio che ci accompagnava da Tokyo si è trasformata in pioggia leggera, poi in pioggia un po’ più forte e poi in muro di pioggia. Vista la situazione, invece di farci una bucolica passeggiata per raggiungere la zona con i templi più importanti, ci siamo procurati un biglietto giornaliero del bus. E meno male perchè nel frattempo si era levato anche un vento caldo che ci portava via.

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Rinnoji

A Nikko abbiamo vistato 2 templi: Rinnoji alla mattina e Toshogu al pomeriggio. Si tratta di edifici risalenti all’ottavo secolo e che sono patrimonio mondiale dell’UNESCO.
I templi in realtà, come abbiamo già detto, non sono costituiti da un solo edificio come le nostre chiese. Si estendono su un’area ben più ampia, costellata da diversi edifici, religiosi ma anche funzionali per la vita monastica.
Rinnoji era in ristrutturazione, diciamo che l’abbiamo usato più che altro come riparo per fermarci a osservare la cartina e decidere le prossime mosse. Comunque è un tempio ricco di storia e di decorazioni preziose anche se la cosa che ci ha colpito di più è la fusione quasi naturale di questi templi con la natura che li circonda.

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La salvezza

Noi poveri illusi poracci in tour, continuavamo a ripeterci:”E’ da ore che piove, adesso vedrai che cala”. Sì, come no. Hello dai poracci e dalla pioggia che non cala:

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Dopo il primo tempio, visitato di fretta perchè ormai eravamo fradici, ci siamo incamminati, spinti dal vento, verso il paese alla ricerca di un pasto caldo. Deserto. Non si vedeva un’anima viva. Solo noi e qualche altro turista capitato nel posto giusto nel giorno sbagliato. Finalmente è spuntato il classico “accalappiaturisti” con i volantini per le offerte di un ristorante giusto dietro l’angolo. Di solito odiamo queste cose ed evitiamo accuratamente i ristoranti “accalappiatori”, ma in questo caso ci è sembrata una manna dal cielo!
Brodo caldo e tanto tè verde bollente ci hanno salvati!

Toshogu

Non potevamo restare al ristorante tutto il giorno, ci eravamo fatti un viaggio di quasi 3 ore e bisognava visitare! Così siamo usciti, sotto pioggia e vento, alla ricerca di un autobus per Toshogu.
Dalle foto che ci proponeva la nostra guida sembrava così bello spostarsi per Nikko a piedi, nella natura, tra un tempio e l’altro…
Toshogu è un tempio ricchissimo di oro, decorazioni, intarsi, oro e ancora oro. Ovunque statue di tigri, draghi ed elementi naturali. Anche questo bellissimo tempio non ce lo siamo goduti come avremmo voluto, purtroppo. Come sapete per visitare i luoghi sacri (o meno) in Giappone fanno togliere le scarpe, peccato che il pavimento fosse bagnato per la gran pioggia. Così quei pochi millimetri di calza che erano restati asciutti si sono bagnati. Che giornata sfigata…

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Il ponte rosso

Altro simbolo di Nikko è il ponte rosso (da noi purtroppo visto solo dal finestrino del bus e quindi ogni foto è venuta malissimo). Si dice che uno dei fondatori di questo centro monastico raggiunse l’area dal lato opposto del fiume, facendosi trasportare da due serpenti. In seguito poi venne costruito in memoria questo piccolo e fiabesco ponticello rosso, di cui vi invitiamo a cercarvi una foto su Google.

Vi consigliamo una visita a Nikko

In una giornata di sole! Con i raggi che riflettono l’oro dei templi accecandovi!
Noi comunque ci siamo divertiti, ci siamo fatti grasse risate pensando a quanto eravamo stati sfigati e a quanto dovevamo far ridere quelli che ci vedevano. Ah no, anche loro erano messi come noi :p

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Per tornare a Tokyo abbiamo avuto il primo ritardo al treno regionale, di un’ora. Arrivati alla stazione del cambio, già in area urbana a Tokyo, il secondo ritardo. Lo shinkansen è infatti partito con DUE minuti di ritardo, i giapponesi erano agitatissimi!
Tornati in città scopriamo che c’era stato un tifone che si era mosso verso nordo-ovest (dove eravamo stati noi tutto il giorno praticamente), l’hanno chiamato Mindulle. Ecco, Mindulle, ora sappiamo anche il tuo nome per ringraziarti per aver rovinato la visita in un luogo incantato! E grazie per le risate 🙂

A Nikko non abbiamo nemmeno fatto tante foto perchè anche la macchina fotografica ormai era fradicia.

Ma se volete un gossip, Masaru Ibuka (uno dei due fondatori della Sony) è nato a Nikko.

LUI A NIKKO

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LEI A NIKKO

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