Lo stesso giorno in cui siamo stati a Hiroshima siamo andati anche a Miyajima, poco più a sud (ma sempre vicinissimo grazie ai treni giapponesi!). Avete presente il torii rosso che spunta dal mare, una delle tante cartoline dal Paese del Sol Levante? Ecco, quella è l’isola di Miyajima.
Recarsi sull’isola è facile e rapido, con un Japan Rail Pass, in quanto anche i traghetti appertengono alla linea JR. Inutile dire che era il classico traghetto pieno di turisti, tutti accalcati per fotografare il torii. Adesso è a 800m, adesso a 750, adesso a 625, volete non fargli una foto per ogni metro di avvicinamento? Comunque è stata una piacevole gita in barca, soprattutto perchè in Giappone faceva un caldo indicibile (alle 9 della mattina eravamo già a 35 gradi!)
L’isola
Dal traghetto si saliva e scendeva in modo rapido e ordinato, in vero stile giapponese. Nessuno che spinge, nessuno che corre, un paradiso!
Sull’isola ci hanno subito accolti un branco di dolci cerbiatti. Questi animali sono sacri per lo shintoismo e si aggirano liberamente per l’isola. Si fanno accarezzare, coccolare, si avvicinano alla ricerca di un biscottino o anche di una carezza. Li ritroveremo poi, ancora più numerosi, a Nara!
Ootorii
Il simbolo di Miyajima è il torii rosso che spunta dal mare. Peccato che noi, sfigati come solo i poracci possono essere, siamo andati quando c’era la bassa marea. D’altronde l’alta marea era solo alle 9 di mattina o di sera, abbastanza impossibile da vedere per noi che eravamo di stanza a Kyoto. Nonostante la bassa marea, è una struttura davvero imponente, di quello strano “rosso aranciato” tipico delle strutture shintoiste (ricordate Fushimi-Inari?). Incredibile era anche la calca di turisti che si affollavano sotto al torii, per una foto ricordo o per fare “toc toc” sui pilastri in legno di canfora.
Il santuario di Itsukushima
Il grande torii appartiene alla più complessa struttura del santuario di Itsukushima. Costruito su un sistema di palafitte, quando c’è l’alta marea sembra che galleggi sull’acqua. Il santuario appartiene al patrimonio mondiale dell’UNESCO ed è composto da una serie di padiglioni, corridoi e pagode che si estendono per un’area ben più grande del solo “cuore spirituale”. Di quel santuario ricordiamo la sabbia, il colore rosso di ogni cosa e numerosissimi amuleti e portafortuna in vendita in ogni angolo. Con questo non vogliamo assolutamente dire che non ne vale la pena, anzi, l’architettura è molto particolare, si tratta di un santuario come non ne abbiamo visti altri, unico nel suo genere.
La passeggiata
Miyajima è bella anche per una passeggiata, una sosta per bere la Hiroshima Cola (Daniele) o assaggiare delle freschissime ostriche con soia e limone (Emily). Oh, quelle ostriche! Resteranno per sempre tra i ricordi più buoni <3
Notevole è anche la pagoda a 5 piani e altre pagode minori che ogni tanto spuntano da dietro gli alberi.
Per i più coraggiosi c’è anche una funivia che porta in cima al monte, dove pare ci sia un parco con delle scimmie. Peccato non aver avuto il tempo di andare, sarebbe stato divertente.
Inoltre abbiamo letto alcuni depliant con gli eventi estivi a Miyajima: ci sarebbe da stare lì tutta l’estate ad assistere a canti dei monaci, spettacoli del teatro No, fuochi d’artificio, rievocazioni storiche e lanterne sulla spiaggia.
Eh già, ormai era tardi, la sera abbiamo dovuto correre per non perdere gli ultimi treni veloci per Kyoto. Il telefono non prendeva, immaginate l’ansia di non sapere dove andare nè con quale treno. E soprattutto non sapere se c’era effettivamente un treno. Ma se oggi siamo qui a parlarne vuol dire che è andato tutto bene!