Arrivare a Ginevra è stato come entrare in un’altra Svizzera, molto più europea. Abbiamo iniziato a sentre le prime parole in francese e a vedere le prime indicazoni per le istituzioni internazionali.
Avete presente quelle che si studiano e poi si incontrano sui giornali? Proprio loro, in mattoni e persone!
Ma bando alle ciance, ecco i nostri appunti su Ginevra
CATTEDRALE E MUNICIPIO
Il giorno selezionato per visitare Ginevra era il 6 gennaio e i nostri amici svizzeri hanno ben deciso di riposarsi, per trovare un bar in cui fare colazione abbiamo camminato una mezza mattinata…Anche la sera prima avevamo scarpinato un bel po’ prima di trovare aperta solo una…pizzeria!
Prima tappa: Cathédrale Saint-Pierre.
Se a Zurigo aveva predicato Zwingli, qui abbimo incontrato Giovanni Calvino (il fondatore del calvinismo, non l’Italo de “Il barone rampante”). La cattedrale è utilizzata ancora oggi per le assemblee cittadine e in effetti a vederla da fuori non sembra una classica chiesa.
Classico è certamente il portico che ricorda i templi greci,ma la chiesa ricorda più un “patchwork” di stili e pezzi aggiunti in epoche diverse. Ha un certo non so che che ricorda le cattedrali gotiche francesi e merita sicuramente uno stop, anche per il panorama dai giardini dietro al campanile.
Proseguendo siamo andati a curiosare in comune, dove nella sala Alabama è stata sancita la nascita della Croce Rossa Internazionale nel 1864.
L’ONU E LE ISTITUZIONI INTERNAZIONALI
Con un autobus dal centro città siamo comodamente arrivati alle Nazioni Unite.
In questo palazzo si decidono le sorti del mondo, non è una cosa super wow?
Qui fanno quello che i #poracciintour sognano di fare da sempre: prendere le nazioni che non vanno d’accordo e dire: “dai, ora datevi la mano e facciamo tutti pace”. Un po’ utopico? Forse,ma i sogni sono gratis, quindi possiamo ancora permetterceli😉
Nella piazza davanti al palazzo dell’ONU si trova la statua di una sedia con gamba rotta. Fu fatta per ricordare la convenzione di Ottawa sulle mine antiuomo. Ginevra pullula di ricordi di convenzioni e trattati, non sapete quanti ricordi accademici sono riafforati. Emozionante, se contiamo che nel raggio di pochissimo ci sono sedi di tutte le principali organizzazioni internazionali, tra cui Unicef, organizzazione mondiale per il commercio, telecomunicazioni, proprietà intellettuale e chi più ne ha più ne metta.
Il tutto affiancato da un enorme parco (e tantissimi poliziotti anche in borghese a controllare le mosse di tutti)
MUSEO DELLA CROCE ROSSA
A pochi passi dal Palazzo delle Nazioni e superata la statua di Gandhi si trova il Musée de la Croix Rouge.
Diviso in 3 settori è stato molto toccante oltre che davvero interattivo. Ci sono diversi percorsi da seguire: difendere la dignità umana, ricostruire i legami familiari, rischi legati ai cambiamenti climatici e focus sull’attualità.
Noi abbiamo iniziato dal ricostruire i legami familiari, entrando nell’area espositiva attraverso una porta fatta di catene. L’audioguida racconta come durante le guerre di fine Ottocento (la Croce Rossa è nata in seguito alla battaglia di Solferino, quando il filantropo svizzero Jean Henry Dunant che casualmente passava di lì si rese conto che mancava completamente un’assistenza medica ai soldati) si riusciva a collegare i feriti al familiare che richiedeva notizie tramite dei cartoncini con dati identificativi.
Attraverso registri e cartoncini abbiamo provato anche noi a collegare il militare ferito alla sua famiglia, come facevano le donne durante le guerre: scrivevano poi alla famiglia circa le condizioni del soldato e permettevano così ai due di iniziare una corrispondenza, seppur difficile ma di indubbio conforto. Questi sistemi sono stati poi adeguati ai mezzi di comunicazione più tecnologici e ancora oggi la Croce Rossa funge da ponte tra feriti in guerra (o rapiti, o prigionieri, o dispersi) e i familiari che chiedono notizie. Appoggiando la mano su alcune persone rappresentate in uno schermo esse raccontavano la loro storia, più andavamo avanti e più ci rendevamo conto che non sappiamo nemmeno quanto fortunati siamo.
Nell’area dedicata a difendere la dignità umana si raccontava di come la Croce Rossa sia sempre in pole position nelle guerre. C’è un bombardamento? Ancor prima che finisca queste persone (eroi forse è più adatto) vanno a recuperare feriti, curandoli sul posto o portandoli agli ospedali più vicini. Ancora di più ci siamo resi conto delle nostre fortune e delle nostre sicurezze, ma soprattutto di quanto questi aiuti in zone di guerra siano preziosi.
La parte relativa ai cambiamenti climatici e all’attualità le abbiamo perse perchè il museo ormai doveva chiudere (17, orario svizzero!). Forse meglio così, avevamo già sofferto abbastanza.
IL LAGO E I PARCHI
Ginevra ha tantissimo verde da offrire, anche in pieno inverno la gente corre sul lungolago e passeggia nel Jardin Anglais. Qui un orologio di fiori segna l’ora (ovviamente esatta) e poco più in là si può ammirare il famosissimo Jet d’Eau.
Lungo il lago di Ginevra si trova un cartello che ricorda il luogo in cui l’imperatrice Sissi è stata assassinata da un anarchico italiano ma anche il famoso hotel in cui alloggiava, il Beau Rivage.
DOVE MANGIARE A GINEVRA
Se parliamo di mangiare e bere, Ginevra risente indubbiamente delle influenze francesi. Al punto che siamo andati a fare un ottimo aperitivo al Bains de Paquis, un piccolo porticciolo che si allunga nel lago. Un ottimo bicchiere di vino, la città con le sue luci, seduti per terra a 2 passi dal lago: come finire la vacanza in modo migliore?
A pranzo però non ci eravamo fatti mancare la specialità svizzera per eccellenza: la fonduta! Con piccole patate e un pezzo di pane era una delizia.
Per concludere a Ginevra non mancano nemmeno le birre: dopo un giro immenso per la città siamo approdati in una birreria dove abbiamo per la prima volta sentito gli svizzeri un po’ più rumorosi rispetto al solito.
Ultimo appunto: a Ginevra abbiamo trovato lo Starbucks più caro della storia degli Starbucks ( #nonèunpaeseperpoveri)