Liechtenstein, il Paese delle fiabe

Quando siamo arrivati in Liechtenstein la prima impressione è stata quella di essere finiti nel Paese delle fiabe: 160mq di montagne, casette eleganti e atmosfera da perenne vacanza.
Appena superato il confine con la Svizzera, delimitato solo da un ponte sul Reno, abbiamo trovato gente che girava a cavallo, come fossimo nell’Ottocento. Il Liechtenstein sembra davvero uscito da una fiaba, dove passeggiano le famigliole felici e ben vestite e qualche raro turista.

VADUZ

Vaduz è la capitale del  Liechtenstein, si trova esattamente sotto al castello cinquecentesco del Principe. Anche se sulla carta il Liechtenstein è una monarchia costituzionale con il Parlamento e libere elezioni, in realtà è una delle  monarchie più potenti al mondo, col Principe che può esercitare il diritto di veto su qualsiasi decisione del Parlamento. Attenzione però: il popolo può destituire il Principe con un referendum. Ma visto che recentemente hanno votato per dargli ancora più poteri l’ipotesi ci sembra piuttosto remota.

Il Parlamento del Liechtenstein è composto da 25 membri, che per qualche giorno al mese si riuniscono in un palazzo in mattoni color ocra dal tetto spiovente. L’elegante palazzo del Governo è stato costruito a inizio Novecento ed è grandissimo rispetto alle persone che si riuniscono. D’altronde quali problemi può avere il Liechtenstein?

Vaduz si sviluppa lungo un’unica via chiamata Städtle, lungo la quale abbiamo trovato il museo, l’ufficio turistico, i palazzi governativi e la cattedrale di San Florin. Nonostante la chiesa sia cattolica, presenta numerose caratteristiche delle vicine chiese protestanti svizzere: pochi decori, vetrate colorate e l’albero di Natale in chiesa. Quest’ultima tradizione è stata una costante del nostro viaggio e possiamo dirvi che l’albero di Natale in chiesa ci sta proprio bene, crea un’atmosfera di casa.

LA PIAZZA DELLE FIABE

Dopo una passeggiata per i sobborghi ci è venuta fame. Abbiamo cercato un posto dove fare merenda ma abbiamo trovato solo banche e assicurazioni. In effetti in Liechtenstein non c’è molto altro a livello economico (l’unico grande stabilimento produttivo è la Hilti).

Tornando verso il centro ci siamo fermati nella piazza centrale dove famigliole felici pattinavano su una pista del ghiaccio, mentre attorno le bancarelle offrivano vin brulè e panini a prezzi quasi normali! La pista era decorata con un impianto di luci da far invidia alle migliori discoteche e i pattini a noleggio erano di quelli seri con lo stivaletto, mica i pattini di plastica che troviamo qui da noi. Sembrava, scusate se siamo ripetitivi, di essere nel mondo delle fiabe.

Abbiamo fatto un’altra passeggiata per vedere qualche vetrina di fornitissimi negozi di orologi, ma niente, restiamo fedeli agli Swatch (d’altronde siamo sempre #poracciintour in #nonèunpaeseperpoveri)

Per la sera ci siamo fermati in un locale stile Belle Époque a bere una birretta e leggere la guida. Qui abbiamo capito che il tedesco standard non sarebbe servito a molto, parlano un dialetto impossibile da decifrare. Dal “gruß Gott”al “do you speak English” è un attimo!

E per la notte? Airbnb è stato nostro compagno di viaggio. Poco prima della dogana al confine con l’Austria ci siamo fermati dal nostro host. E’ incredibile: nel Liechtenstein esistono pure i sobborghi!

LEI IN LIECHTENSTEIN

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