Cosa vedere a Varsavia

Proseguiamo il nostro viaggio in Polonia e andiamo alla scoperta di cosa vedere a Varsavia. Varsavia è una città che è stata ricostruita interamente (pensate che dopo la Seconda Guerra Mondiale restavano in piedi solo il 15% degli edifici) e che ha una storia veramente difficile. È la capitale di uno Stato che ha conosciuto la democrazia solo da 30 anni e che, a volte, fa ancora fatica a gestirla.
In questo articolo risponderemo alla domanda che molti si fanno quando devono scegliere una destinazione in Polonia: meglio Cracovia o Varsavia?
Cracovia l’abbiamo già conosciutaCracovia l’abbiamo già conosciuta, ora andiamo a conoscere anche Varsavia con le sue contraddizioni, ma moderna ed entusiasmante!

LA PRIMA IMPRESSIONE

Varsavia ci è sembrata da subito molto diversa dalle altre città polacche: viva, energica, colorata, attiva e dinamica. Una città giovane e per giovani. Ci siamo subito ambientati bevendo una birretta sugli sdrai situati sulla larga Krakowskie Przedmiescie, una delle vie principali.
Per visitare la città abbiamo scelto di partecipare a un free walking tour di due ore, quei tour dove alla fine dai un’offerta libera in base a quanto è stata brava la guida e alle tue possibilità.
Siamo capitati in un giorno particolare: era il 15 agosto e il Polonia si festeggia non solo l’Assunzione della Madonna, ma è anche la giornata nazionale delle forze armate. Ciò ha conferito al nostro tour un’atmosfera molto militaresca con carri armati in piazza e parate militari.

COSA VEDERE A Varsavia

A una prima impressione la Città Vecchia di Varsavia ricorda molto Praga. “This is just for tourists” ci ha detto la nostra guida. Quella non è Varsavia, non era così prima di essere demolita. Settant’anni fa hanno costruito delle casette carine e colorate giusto per rendere accattivante il centro storico. È uno dei centri storici più recenti al mondo. Comunque la Città Vecchia è veramente minuscola e piena di negozi turistici: potete tranquillamente evitarla e concentrarvi su parti migliori della città.
Proseguendo sulla via principale si incontra il palazzo presidenziale. Il presidente, una volta eletto, può scegliere tra 4 residenze nella città. Ma ci sono moltissimi altri edifici eleganti e sontuosi, perché in passato i nobili erano più importanti del re (e tra poco scopriremo il motivo).
Varsavia è l’unica città che abbiamo visto in Polonia senza una rynek, ossia una piazza centrale del mercato.

UN PO’ DI STORIA

Il XVI secolo è stato l’età d’oro per la Polonia, la quale faceva parte di un commonwealth insieme alla Lituana, alla Bielorussia e parte dell’Ucraina.
La capitale era inizialmente a Cracovia, fino a quando non fu proclamato re Sigismondo I. Ancora oggi lo possiamo vedere rappresentato su una colonna nella piazza di fianco al castello. Regge in mano una grande croce, più alta di lui, perché nella religiosissima Polonia nessun re doveva essere più in alto del potere divino. Sigismondo I era un sovrano molto cattolico ma alla sua epoca e fino al XVII secolo la Polonia era la nazione più multiculturale in Europa, con rappresentanti di ogni etnia e religione.
All’epoca i re erano votati dagli aristocratici, non si seguiva una successione dinastica. Capitava quindi che i re fossero stranieri visto che si potevano candidare tutti i ricchi d’Europa. Il primo re di Polonia era un francese, Sigismondo invece era svedese. Proprio per essere più vicino alla Svezia ha spostato la capitale da Cracovia a Varsavia.
Colonna di Sigismondo Varsavia

UNA STORIA DIFFICILE

Nel corso del XVIII secolo la Polonia è stata divisa in tre parti. Gli austriaci si sono presi la zona più a sud, con Cracovia e WroclawWroclaw, con un governo liberale e molto spazio per lo sviluppo delle arti. La Prussia si è presa invece la parte più occidentale, dove ha imposto un governo conservatore. La Russia si è accaparrata il resto, includendo l’area di Varsavia.
Dopo la prima guerra mondiale, l’11 novembre 1918, la Polonia tornò ad essere uno stato unito e indipendente. La neonata repubblica era guidata dal maresciallo Josef Pilsudski, un dittatore però tollerato e venerato dal popolo in quanto rappresentava una rinascita e una nuova indipendenza. Ma tra la Germania nazista e la rigida Russia c’era poco da stare allegri: il denaro scarseggiava, la Seconda Guerra Mondiale mise in luce tutte le fragilità della neonata Polonia. 
I nazisti occuparono la Polonia insediando nel palazzo presidenziale un casinò e costruendo il tristemente famoso ghetto di Varsavia.
Alla fine della guerra la città fu rasa al suolo per ordine di Hitler in persona.
Ancora oggi si trovano delle colline in città fatte da residui di macerie: alla fine della Seconda Guerra Mondiale ce n’erano ben 10 milioni di metri cubi.
Con l’ascesa del comunismo la situazione restò tesa e complicata ancora per altri 50 anni dopo la fine del conflitto.

IL GHETTO DI VARSAVIA

Famoso in tutto il mondo per la sua tragica storia è il ghetto di Varsavia. Vi diremmo volentieri che è una delle cose da vedere a Varsavia ma la verità è che del ghetto restano in piedi solo due edifici.
All’inizio della Seconda Guerra Mondiale il 10% degli abitanti della Polonia erano ebrei, solo la città di New York ne aveva di più.
Quando i nazisti occuparono Varsavia divisero la città in tre distretti: il ghetto era quello più popoloso ma era grande solo 3km quadrati. La popolazione che ospitava era di mezzo milione di persone.
Fu costruito nel novembre del 1940, molti ebrei però restarono senza una casa mentre altri vivevano in 17 in una stanza. Molti morirono di fame o malattie, i nazisti se ne fregavano di ciò che succedeva all’interno del ghetto e presidiavano solo i confini. A loro arbitrio decidevano anche di ridurli da un giorno all’altro.
Nel 1942 cominciarono i trasporti verso il campo di sterminio di Treblinka. Partirono 300.000 persone in 3 mesi. Se vi ricordate il nostro post su Auschwitz saprete che veniva detto loro che andavano in un posto migliore. Per questo si verificarono risse per salire sui treni in direzione dei campi.
Nel 1943 restavano solo 60.000 ebrei nel ghetto. Crearono un esercito per provare a ribellarsi. Il 20 aprile, giorno del compleanno di Hitler, il generale nazista Juergen Stroop voleva regalare al Fuehrer la distruzione del ghetto di Varsavia. Gli ebrei però reagirono e combatterono fieramente. La resistenza durò solo pochi giorni ma, viste le condizioni di estrema inferiorità numerica e di mezzi, direi che fu un atto veramente eroico.

IL COMUNISMO IN POLONIA

Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Polonia era area di influenza dell’Unione Sovietica quindi qui la situazione restò difficile fino al 1989, anno in cui cadde l’URSS e si avviò un processo democratico.
Gli anni Ottanta furono particolarmente difficili in quanto dal 1981 al 1983 fu istituita la legge marziale. Il coprifuoco complicava ulteriormente la situazione, il cibo era razionalizzato e si pagava coi coupon statali. Non avevi uova ma solo farina? Per avere le uova la soluzione era spesso quella di ricorrere al baratto.
L’inasprimento del rigore sovietico fu dovuto anche alla nascita del sindacato di Solidarnosc, un movimento non violento con l’obiettivo di tutelare i diritti dei lavoratori e opporsi al comunismo. Oltre 7.000 persone furono imprigionate solo nel 1981, tra cui Lech Walesa, il fondatore di Solidarnosc.
Quando fu chiaro che il comunismo sarebbe crollato, Solidarnosc guidò le negoziazioni con il partito comunista e il 4 giugno 1989 fu proclamata la repubblica di Polonia. La democrazia in questo Stato è un concetto totalmente nuovo, solo i più giovani sono cresciuti in democrazia, il resto della popolazione ha sempre vissuto sotto qualche regime dittatoriale.

PAPA WOJTYLA

Karol Wojtyla, meglio conosciuto da tutti come Papa Giovanni Paolo II, fu uno dei motori del cambiamento in Polonia. Il comunismo stava rendendo sempre più povero un Paese che ricco non era mai stato. Ma il Paese restava profondamente ancorato alle sue radici cattoliche e l’elezione di un Papa polacco nel 1978 portò un certo fermento tra i polacchi. Un anno dopo la sua elezione il nuovo Papa tenne un discorso a Varsavia, un discorso che cambiò la storia della Polonia. Sappiamo bene che il comunismo si opponeva al cattolicesimo, ma impedire al Papa di visitare la Polonia sarebbe stato sicuramente l’inizio di una rivolta. Il Papa pronunciò una frase che diventò la scintilla per i primi tentativi di rivolta al partito comunista attraverso Solidarnosc. Invocò lo Spirito Santo per “rinnovare il volto della terra…di questa terra”. Ciò fece capire che il Papa era pronto ad essere di fianco a chi si sarebbe ribellato alla dittatura comunista.
Ma perché i polacchi sono così legati alla chiesa cattolica? Durante i secoli di occupazione straniera la chiesa era l’unico luogo dove i polacchi potevano mantenere le proprie tradizioni e la propria lingua. Durante quei secoli si aggrapparono alla religione come unico luogo dove poter essere polacchi al 100%. E questo è come la storia ci può insegnare sempre qualcosa sul presente.
Tra le cose da vedere a Varsavia ci sono sicuramente le sue molteplici chiese.

IL MUSEO DELL’INSURREZIONE di Varsavia

Avendo ancora mezza giornata a disposizione dopo il tour con la guida, abbiamo deciso di visitare un museo. I principali musei da vedere a Varsavia sono due: il museo dell’insurrezione di Varsavia e quello della storia degli ebrei polacchi. Noi abbiamo optato per il primo ed è stata un’ottima scelta perché abbiamo toccato con mano la storia tragica e combattiva di questa insurrezione.
Ma qual è questa storia? Nell’agosto del 1944 i civili di Varsavia si organizzarono per liberare la città da soli, senza eserciti. Le persone avevano voglia di combattere e di vendicare tutte le perdite e i soprusi che avevano vissuto. I sovietici stavano arrivando, era il momento migliore di reagire per dimostrare di essere uno Stato indipendente e non passare sotto il giogo sovietico. Con guerriglia e barricate nei primi giorni fu liberato il 60% della città. Ma i nazisti si stavano riorganizzando ed in 70.000 entrarono in città per uccidere i ribelli. L’unica opzione fu la fuga attraverso corridoi sotterranei.
Nel museo si è continuamente disturbati dal rumore di bombe ed è allestito in modo che sembri di essere dentro alla Varsavia di quei giorni del 1944. Ci sono case diroccate (sì, dentro al museo), sale per la stampa clandestina, ricostruzioni di interni, corridoi da cui si tentava la fuga e tante foto. Il museo è molto interattivo e coinvolgente, pensate che quando partiva il rumore delle bombe ci guardavamo attorno come per cercare un rifugio da quanto era realistico! A tratti era quasi disturbante ma rende perfettamente onore ai tantissimi giovani morti per aver creduto nei loro ideali. Speravano in un aiuto da parte dei sovietici che però sono restati fuori dalla città anche se erano solo dall’altro lato del fiume. Alla fine della visita non scappate! Salite sul tetto per una vista panoramica sulla città e poi fermatevi a vedere il video della città rasa al suolo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dopo aver visto quel video non riuscirete più a guardare la città con gli stessi occhi.
Tra le cose da vedere abVarsavia è presente anche la piazza dell’insurrezione dove potete vedere il simbolo che fonde insieme una P e una W, simbolo della resistenza contro il nazifascismo nel 1944 e simbolo della resistenza contro i nazionalismi oggi.

IL PALAZZO DELLA CULTURA E DELLA SCIENZA

Il simbolo della città e una delle principali cose da vedere a Varsavia è sicuramente il Palazzo della Cultura e della Scienza. Salite in cima all’orario del tramonto ma prestate bene attenzione ai tempi di salita! Ci sono solo 2 ascensori per arrivare al 66esimo piano, l’ultimo. Tenete presente che se la coda arriva alla porta del palazzo i tempi per raggiungere l’ascensore sono di 50 minuti.
Il palazzo fu edificato per un motivo curioso: alla fine del centro storico c’era una via con una chiesa all’estremità. I comunisti non potevano buttarla giù per l’estrema religiosità della popolazione, ma non erano nemmeno d’accordo che fosse così ben visibile. Costruirono qui il Palazzo della Cultura e della Scienza per coprila.
Il palazzo è un regalo di Stalin alla Polonia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale infatti, le persone volevano spostare la capitale perché Varsavia era solo un cumulo di macerie. Ma Stalin disse “ci penso io!” e offrì alla città questo palazzo con dentro teatro, cinema, biblioteca. Peccato fosse accessibile solo ai membri del partito e che per anni il 75% dell’edificio restò vuoto. Era solo un simbolo visibile da ogni angolo della città per ricordare chi comandava.
Nel 1967 qui suonarono i Rolling Stones! Ma come, un gruppo occidentale a Varsavia? Sì, era l’anniversario del cristianesimo in Polonia e il partito comunista pensò che il modo migliore per far dimenticare l’evento e distrarre il popolo fosse un concerto di quelli epici. I biglietti erano però riservati ai ricchi, al punto che ci furono addirittura risse fuori dalla hall per accaparrarseli. I Rolling Stones sono stati pagati in vodka. Il loro carico, un intero vagone merci, fu fermato al confine con la Germania Est, trafugato e non giunse mai a destinazione.
Oggi nel Palazzo della Cultura e della Scienza si trovano 200 istituzioni, una piscina, 2 università e un terrazzo da dove ammirare l’intera città di Varsavia.
In Europa ci sono solo altri due edifici simili: uno a Riga e l’altro a Mosca.
palazzo della cultura e della scienza varsavia

LA POLONIA OGGI

Dopo la caduta del comunismo la Polonia è diventato uno Stato occidentale a tutti gli effetti, con una grande passione per tutto ciò che arriva dagli Stati Uniti. Nel 1992, all’apertura del primo Mc Donald’s , la coda di 8 ore che si formò entrò subito nel Guinness World Record. Fu superata qualche anno dopo dall’inaugurazione della stessa catena a Mosca.
La situazione politica è un po’ complicata ma l’economia è in crescita. Pensate che qui ci sono più lavori disponibili che lavoratori.
Gli immigrati sono in aumento ma per la maggior parte vengono dalla Bielorussia e dall’Ucraina quindi, complice anche la lingua simile, si fa fatica a distinguerli dai polacchi.

DOVE MANGIARE E DORMIRE A VARSAVIA

Il nostro appartamento era un po’ distante dal centro città, ma perfettamente collegato con i mezzi pubblici, frequenti ed economici. Per il prezzo, la pulizia e la possibilità di avere un intero appartamento con tanto di lavatrice e cucina direi che è più che consigliato!
Per quanto riguarda il cibo vi consigliamo un posto top se amate le birre artigianali. Si chiama Pinta Warszawa e non dimenticate di salire al primo piano per mangiare con vista sul Palazzo delle Culture e della Scienza.
Un altro posto 100% raccomandato dai poracci in tour è il mercato coperto Hala Koszyki. Qui trovate cibo di ogni provenienza, potete assaggiare quello che vi pare. Attenzione che nei giorni festivi chiude molto presto. E, se volete fare una risata, qui trovate un ristorante dal nome…diciamo buffo! “Kago sushi”, ci andresti a mangiare?
Non vi consiglieremo il mleczny bar che ci ha indicato la guida: porzioni piccole e cibo non spettacolare. Per il mleczny bar seguite le indicazioni che vi abbiamo dato per CracoviaCracovia!

POLACCHI FAMOSI

Sapete qual è la seconda città al mondo per numero di cittadini polacchi, seconda solo a Varsavia? E’ Chicago, l’avreste mai detto? 17 milioni di polacchi infatti vivono all’estero, molti emigrati durante e dopo il periodo di dominazione sovietica. Non c’era lavoro all’epoca. Oggi invece a Varsavia ci sono più posti di lavoro che persone che possano svolgerlo. Questa migrazione e le enormi difficoltà della Seconda Guerra Mondiale si riflettono negli abitanti di Varsavia. Solo l’1% dei varsaviani ha i nonni nati e cresciuti in questa città.
Il polacco più famoso è ccertamente Niccolò Copernico, ma lo troveremo più avanti quando visiteremo Torun, la sua città natale.
Anche Marie Curie era polacca, proprio di Varsavia. Andò a Parigi dove divenne la prima studentessa e la prima professoressa donna alla Sorbona. Fu anche la prima donna a vincere il premio Nobel per la scoperta del polonio (che deve il suo nome alla Polonia, patria di Marie) e del radio.
Anche Fryderyk Chopin era polacco, sebbene per studio si spostò presto in Francia. Il suo cuore è conservato nella chiesa della Santa Croce a Varsavia e a lui è intitolato l’aeroporto della capitale polacca.
Altri polacchi famosi nel mondo sono l’estetista Maksymilian Faktorowicz, che ha dato origine a Max Factor e lo scrittore di “Cuore di tenebra” Joseph Conrad.

MA QUINDI E’ MEGLIO CRACOVIA O VARSAVIA?

La verità è che non si può scegliere, sono due città completamente diverse.
Cracovia è la città elegante, quella che mostra ancora edifici del passato della storia polacca. E’ più pacata di Varsavia.
Varsavia è festa, luci, confusione, edifici ricostruiti secondo lo stile ottocentesco ma anche tanti grattacieli moderni.
Cracovia è consigliata a coppie e famiglie, amanti dell’arte e della tranquillità.
Varsavia è consigliata agli amici, ai giovani, a chi ama la modernità e la festa ma anche le contraddizioni.
Questo ovviamente è il nostro parere personalissimo, siamo curiosi di conoscere il vostro nei commenti!

IL CONSIGLIO DI LEI

Non perdetevi il museo dell’insurrezione di Varsavia, uno dei più potenti che abbiamo mai visitato. Preparatevi però perché vi lascerà delle emozioni davvero forti e purtroppo non piacevoli.

IL CONSIGLIO DI LUI

Andate nei vicoli per cercare i posti migliori dove mangiare. Quelli meno turistici si trovano in piccole corti. E salite sul tetto del museo dell’insurrezione per un panorama sulla città.

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